La Bulova, reduce dal successo della serie Accutron, che tanti cambiamenti aveva portato nel mondo dell’orologeria elettronica ed elettromeccanica, si trovava in serie difficoltà.
Con l’avvento del Seiko 35SQ “Quartz Astron” nel 1969, la maggior parte delle case orologiere Europee e Americane aveva iniziato a lavorare sullo sviluppo di calibri al quarzo che avrebbero dovuto contrastare quella che consideravano l’imminente “minaccia Giapponese”, che nel giro di pochi anni avrebbe spazzato via numerose case orologiere Svizzere.
Ma ciò che aggravava la situazione della casa Americana stava nel fatto che non aveva più apportato grandi modifiche per svecchiare i suoi calibri al diapason. L’obsoleto calibro 214 era ancora in produzione ed il 218, presentato nel 1965, non aveva mai ricevuto miglioramenti significativi, tranne che nel 1972, quando debuttò il calibro 219, che però non soddisfò le aspettative dell’azienda, dato che il trend degli orologi al Diapason oramai stava scemando, in favore degli ancora costosi orologi al quarzo.
Così, la Bulova, che già alla fine degli anni ’60 con i suoi orologi al Diapason non rappresentava più una grande novità sul mercato, portando a un lento ma costante calo delle vendite, decise che doveva anch’essa dedicarsi allo sviluppo di un movimento al quarzo, da affiancare ai tradizionali movimenti al Diapason.
Nel 1969, la dirigenza della Bulova si accordò con il consorzio CEH, che stava sviluppando il movimento Beta 21, che sarebbe dovuto essere il primo movimento al quarzo realizzato in Svizzera, e un anno dopo, nel 1970, produsse in piccola serie degli orologi sperimentali, che ricevettero il nome temporaneo di “Accuquartz”, e furono venduti tramite alcune gioiellerie selezionate personalmente dalla casa, come test di mercato. L’operazione però, non fu soddisfacente, dato che gli elevati costi di produzione del calibro Beta 21 avrebbero costretto la Bulova a vendere i suoi orologi ad un prezzo troppo alto.
Così, la dirigenza decise un disimpegno dal consorzio CEH, e alla fine del ’70 diede l’ordine di sviluppare un calibro al quarzo che fosse tecnicamente simile allo Svizzero Beta 21, ma che fosse realizzabile con parti già disponibili dalla produzione in serie, e finalmente, nel 1972, la Bulova presentò con orgoglio il suo primo orologio al quarzo: l’Accuquartz, che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi “Accutron Quartz”, ma alla fine la dirigenza scelse di riutilizzare il nome dato ai prototipi del ’70.
L’Accuquartz è stato il primo orologio analogico al quarzo distribuito negli USA (il primo digitale fu invece il Pulsar P1, lo stesso anno), e sul livello tecnico esso proseguiva sulla scia della famosa serie di orologi al diapason Accutron, che tanta fortuna aveva dato alla casa Americana, ma che ormai aveva bisogno di essere svecchiata.
L’Accuquartz, movimento a 15 rubini, derivava dal calibro al diapason 218, anche se quasi tutte le sue parti furono modificate: il diapason non oscillava più alla frequenza di 360 Hz, bensì a 341.3 Hz, per adattarsi meglio alla frequenza del quarzo, che oscillava a 32.768 Hz, inoltre, il metodo di regolazione non era più basato sulla regolazione della vibrazione del diapason, bensì sullo spostamento di alcune piccole viti in sei fori presenti sul modulo elettronico, la cui combinazione permetteva di accellerare o rallentare la corsa dell’orologio.
Quindi, oltre all’aggiunta del quarzo e di un oscillatore, il diapason perdeva la sua “centralità” nel movimento, ed anzichè occuparsi di mantenere costante la frequenza dell’orologio con la sua vibrazione, esso diventava una sorta di motore passo-passo, che si occupava di guidare le sfere ed i ruotismi; praticamente la Bulova era riuscita a realizzare, spendendo la metà di quanto aveva fatto il consorzio CEH, un calibro dal funzionamento quasi identico a quello del costoso Beta 21.
Il nuovo movimento fu chiamato 224, ed esso fu diviso in tre famiglie distinte:
-2240, solotempo.
-2241, calendario con giorno del mese.
-2242, calendario con giorno del mese, giorno della settimana e rimessa rapida del giorno del mese.
L’Accuquartz fu distribuito non solo come orologio analogico, ma anche in versione digitale, con modulo a LED rossi realizzato dalla Hughes Aircraft e un rarissimo modello LCD con un modulo realizzato in proprio, ma la serie non fu un grande successo, anche se permise alla Bulova di “restare a galla” nel segmento di mercato dei quarzi, nell’attesa di sviluppare un calibro al quarzo tradizionale (il 242). Molte versioni di Accuquartz furono prodotte dal 1972 al 1976, tra cui alcune con un diamante vero incastonato sul quadrante, ed una versione sia da uomo che da donna con cassa a forma di diapason, per celebrare il centenario della nascita della casa (la stessa cassa fu usata anche dall’Accutron 214 Anniversary).